Claudio Remondi e Riccardo CaporossiInterpretato da:
Armando Sanna e Pasquale Scalzi
“SACCO” è il primo spettacolo (1973) con il quale Claudio Remondi e Riccardo Caporossi sono stati conosciuti iniziando a dare forma ad una singolare scrittura scenica e al loro originale linguaggio teatrale.
E’ stato rappresentato per più di venti anni sia in Italia che all’Estero.
Ora, curandone la regia e l’allestimento, Remondi & Caporossi trasmettono e affidano lo spettacolo a due giovani attori: Armando Sanna e Pasquale Scalzi.
“SACCO” viene proposto per una eventuale programmazione.
Imprigionato dentro un corsetto ortopedico, un cerotto sulla bocca, i piedi ingessati che fanno risuonare i suoi passi, il seviziatore si affaccenda instancabile, una specie di torturatore a cottimo pieno di risorse. La vittima è un oggetto informe dentro il suo contenitore miserabile di juta. Il sacco, passivo e silenzioso, ha qualche sussulto, qua e là dagli strappi si intravedono delle fette di carne. Il carnefice, indifferente ed attivissimo, lo seziona, lo colpisce, lo trafora con una batteria di: forche, uncini, tenaglie,lance, lame coltelli che poi ordinatamente ripone sulla rastrelliera. La tortura prosegue e dal sacco escono: segatura, palline colorate, un criceto, due gambe, una grossa mano. Il sacco, calato a terra si agita come un grosso lombrico; l’uomo che ne esce, incerto e sorpreso nei suoi movimenti viene subito preso e rinchiuso in un altro sacco.
Il rapporto fra le due figure che agiscono è di violenza….ma questa violenza inferta e subita si articola e si visualizza attraverso una serie così ricca, fantasiosa e grottesca di gesti e di strumenti paradossali, che la dialettica scenica fra le due immagini si arricchisce di motivi, di allusioni, di sospetti e Sacco, il personaggio, diventa, nel suo involucro di tela grezza popolato di trucchi, come la giacca sbilenca a tripla fodera di un clown, dall’iniziale lacerto sanguinolento o feto, una insopprimibile testimonianza di vita.
Lo spettacolo è contrassegnato da una bellezza figurativa non comune sottolineata dalla presenza di strumenti ed oggetti tutti scelti accuratamente e funzionali alla rappresentazione.