Claudio Remondi (1927) proviene da esperienze di teatro tradizionale partecipando come attore in allestimenti di Teatri Stabili e Compagnie private; contemporaneamente ha svolto un proprio lavoro di ricerca affrontando autori moderni ed ha partecipato a programmi radiofonici e televisivi di particolare interesse.
Riccardo Caporossi (1948) proviene da studi figurativi ed architettonici presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma dove si è laureato.
Insieme hanno saputo fondere queste diverse provenienze affermando un loro proprio ed autonomo linguaggio.
Claudio Remondi e Riccardo Caporossi coppia storica del teatro italiano e specializzati nella ricerca di nuovi linguaggi teatrali e formazione allo spettacolo dei giovani.
Lavorano insieme da trentasei anni, sono autori e registi dei loro spettacoli nei quali partecipano anche come attori. Il loro è un metodo di lavoro che partendo da un idea sviluppa una scrittura per immagini ed una drammaturgia direttamente sulla scena. Una forma teatrale che non è necessariamente demandata alla parola privilegiando maggiormente l’azione, il non detto, il silenzio. E’ un procedimento che tende ad asciugare, selezionare la parola, la gestualità in eccesso per lasciare il corpo, con tutte le sue funzioni (soprattutto quella di ascoltare) nel suo stato di bersaglio: alla vita che ci circonda alla presenza degli altri, agli oggetti che manipoliamo, agli sguardi per ricevere stimoli, emozioni, incertezza, dubbi, stupore lasciandoci trasportare in ambiti misteriosi, imprevedibili. La presenza dell’oggetto, al di là della materia che lo compone, è argomento unico in quanto anche esso è metafora, sottoposto ai sensi, ma denso di implicazioni, rilevatore dei possibili discorsi, delle possibili narrazioni.
Dal 1970 Claudio Remondi e Riccardo Caporossi sono i direttori responsabili della Compagnia “Club-Teatro: Rem & Cap Proposte”; nello stesso hanno ottenuto il riconoscimento di contributi dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo e un riscontro positivo da parte della Critica Nazionale.
Inoltre le loro collaborazioni con Enti prestigiosi conferma, negli anni, la loro ricca produzione teatrale.
I loro spettacoli sono stati rappresentati oltre che in Italia anche in programmazioni e Festivals internazionali.
SACCO – RICHIAMO – ROTOBOLO – COTTIMISTI – POZZO – BRANCO – ANTIGONE – TEATRO – BOSCO – SPERA – AMEBA – REM & CAP – PASSAGGI – QUELLI CHE RESTANO – CORO – LEGGENDA – PERSONAGGI – SENZAFINE – MONDO NUOVO – ROMITORI – OLIO – AION – SOTTERRANEO – FORME – RITRATTI – ME & ME – SACCO(2003) – PASSAGGI – ALTRI GIORNI FELICI – RICHIAMO(2006) – SCARTO – ORCHESTRA IN SCIOPERO sono i principali spettacoli realizzati, i quali rappresentano una particolare proposta di drammaturgia contemporanea consolidata con una singolare scrittura scenica.
L’attività di Remondi e Caporossi viaggia da diversi anni su un doppio binario: da una parte le proposte di spettacolo (con le quali hanno costruito su stessi testi e regie) e il confronto con il pubblico; dall’altra la verifica di quei risultati, fatti esperienza, ma non ancora metodo, nel confronto con le persone partecipanti ai numerosi “laboratori” effettuati; trasmettendo il loro modo di fare teatro e sviluppato progetti di laboratori rivolti a giovani attori con i quali hanno realizzato spettacoli in qualità di autori e registi.
Si riporta un frammento di un breve saggio di Renato Palazzi: “…occorre subito aggiungere che sono probabilmente in pochi, nell’ambito del teatro italiano, ad avere la percezione di un lavoro assoluto e radicale di laboratorio come Rem e Cap.
Un’ipotesi di laboratorio che parte davvero da zero, un’idea da cui prendere le mosse e basta, lo spettacolo come una aggregato di concatenazioni, d’immagini, di dinamiche interne che vanno costruendosi giorno per giorno attorno al nucleo centrale di una poetica coerente ma aperta al mutamento; e in cui le caratteristiche stesse degli attori sono poste al servizio di quell’idea, ciascuno per la parte che gli compete, valorizzate al massimo grado; e dove il copione non è una traccia o una “scaletta” cui richiamarsi nel procedere dell’elaborazione, ma davvero una partitura finale, un diario di lavoro a posteriori che registra ciò che è stato, non ciò che sarà …il loro itinerario di scrittura scenica, nei laboratori che caratterizzano la loro storia, è davvero ad una dimensione di interscambio collettivo, saldamente guidato dai due artisti-leader, ma a costantemente rimodellato sulle proposte, sulle invenzioni, sulle peculiarità del gruppo coinvolto.
Chi guida una laboratorio deve saper ascoltare e condurre allo stesso tempo e senza tradire il proprio operare, stimolare e lasciare spazio alla creatività del singolo. Un equilibrio tra sensibilità verso gli altri e intima convinzione ideativa.
– Premio Istituto del Dramma Italiano St. Vincent (1978)
– Premio Tino Buozzelli Frascati (1985)
– Premio AGIS-BNL Taormina (1986)
– Premio della Critica Teatrale Italiana Reggio Emilia (1988)
– Premio UBU Milano (1991)
– Premio della Critica Teatrale Italiana Trieste (2002)
– Premio UBU Milano (2004)
– Premio “ETI – Gli Olimpici del Teatro” Vicenza (2006)